Una raccolta di 12 foto scattate da voi viaggiatori durante le nostre scorribande per il mondo nel 2014. Tigri, gorilla, camaleonti, giaguari... Sedetevi comodi per qualche minuto, aprite un buon vino e spolverate la vostra macchina fotografica.
Sorvoliamo l’Atlantico e atterriamo in Europa ora, per la
Domanda N°2
Ditemi velocemente dove pensate-credete-immaginate che
pascolino felici i bisonti europei.
Perché TUTTI voi sapete che ci sono bisonti in Europa,
vero??
Da bravi naturalisti che siete avrete pensato alla Polonia, magari i più
audaci avranno detto Russia e Romania, magari i più fantasiosi avranno detto
Germania…
Ora facciamo un salto nel futuro immediato, solo una
sbirciatina.
Anno domini XXX, diciamo 2030.
La risposta alla domanda N°1 potrebbe sorprendervi.
GHEPARDO-LEONE-ELEFANTE
Quella alla domanda N°2 pure.
Gran parte dell’Europa centrale in pratica, dall’Olanda ai
Carpazi, dalla Lituania alla Romania.
Sembra che sia ufficialmente iniziata la partita globale del
“Rewilding”, il far tornare la Megafauna nel ricco e opulento Occidente. Quindi
via libera a tutte quelle bestie obese che scorrazzavano nelle praterie e nei
boschi nordamericani in epoche varie da milioni di anni fa fino a circa 13000
anni fa, Pleisotocene. Il leone? Roba loro. Degli ammerigani. Il ghepardo?
Pure. Cammello, mastodonti vari, mammuth, cavalli? Anche.
Quattro specie di cammelli, tre specie di cavalli, cinque specie
di elefanti, grandi predatori assimilabili agli odierni leoni e ghepardi…poi
più nulla. Si sono trasferiti in Asia attraverso l’odierna Alaska, mentre
nell’America Settentrionale arrivavano dalla Siberia il popolo Clovis, i
famigerati cacciatori di Mammuth dalle letali lance, e la festa era finita…e
iniziava quello che è stato chiamato il “Pleistocene
Overkill”, la mattanza insomma…
E allora reintroduciamo i loro parenti più stretti, quelli
attuali, in enormi aree private isolate degli USA, in un furore ecologico e in
una fede assoluta nei fenomeni di regolazione trofica top-down da fare invidia
ad un bombarolo dell’ISIS.
Il punto di riferimento non è più l’arrivo degli europei in
America quindi, ma il Pleistocene.
Non mi interessa fare rivivere la fauna sterminata dagli
spagnoli, ma quella sterminata dai cavernicoli.
Prima di ridere del “Rewilding”, attenzione! Qui non si
parla di un dibattito scientifico che si sviluppa su Focus, Gardenia o
ViverSanieBelli. Ma di questo ad esempio:
Fatevi un giro qui. Occorre
dire che è coinvolgente la faccenda, sembra un po’ l’apprendista stregone di
“Fantasia” della Disney, o il pianeta Protoplas dell’ “Elianto” di Stefano
Benni…
Lo scopo di tutto ciò è nobile, e nasconde un enorme senso
di colpa da ominide consapevole che tutte queste enormi bestie sono scomparse
milioni o millenni di anni fa anche e soprattutto per causa nostra…cosa c’è di
meglio allora del“Rewildling” come
catarsi, fare esperimenti ecologici di “restoration ecology” ed “evolution”, e
riportare il tutto ad una condizione ancestrale più naturale? 20 grammi di
protezione della biodiversità aggiunti a 5 grammi di Rewilding et voilà!
abbiamo la nostra strategia di conservazione.
Poi si giura e spergiura che, sì, ci saranno anche grosse ricadute
economiche, ma non si tratterà di tanti Jurassic Park sparsi per l’America, che
sappiamo come è andata a finire…
Andiamo in Europa ora.
Due fatti:
L’Europa
è più “verde” ora rispetto a 100 anni fa. Sembra che ci sia una tendenza
generale della popolazione umana verso l’abbandono delle campagne e delle
montagne (i nostri Appennini lo confermano…).
La
legislazione europea sembra essere particolarmente incline a favorire
programmi di conservazione di specie e/o ecosistemi negli ultimi anni, in
un network transnazionale di forte impatto.
È in questo humus che è iniziato quest’anno il“Bison
Rewilding Plan” (2014-2024), dell’olandese Rewilding Europe con la consulenza
della Zoological Society of London.
Lo scopo è quello di diffondere un po’ ovunque il Bisonte europeo (Bison
bonasus) in Europa centrale, dall’Olanda alla Russia e lungo tutti i
Carpazi. Ovviamente allo stato libero.
Magari evitando soluzioni fantasiose già effettuate come
prova, come la reintroduzione in isole sabbiose danesi, riserve private
scozzesi in mezzo a percorsi escursionistici, ex stazioni militari sovietiche
ancora minate…
Lo sanno tutti che con queste reintroduzioni di megafauna
non si potrà mai più rivivere i fasti ecologici del Pleistocene, ma rinvigorire
gli ecosistemi con i cugini degli animali che li hanno modellati nel passato,
quello almeno lasciateglielo…
Noi per quest’anno continuiamo ad andarlo a vedere a Bialowieza,
ma chissà per il futuro…
Ovviamente in Europa “rewilding”non coinvolge solo bisonti. Ma tante
altre bestiole, magari del Pleistocene, chissà. Questo è il network che si sta
creando:
Rewilding
Europe areas (in purple) and other rewilding initiatives (in red) across
Europe.
By August 2014, 34 areas are
part of the network.
Ah, c’è anche il nostro Appennino Centrale come
luogo designato per la reintroduzione della megafauna. Non si sa bene ancora
chi sarà il prescelto, ma ho come l’impressione che, cari allevatori e
contadini abruzzesi, l’orso marsicano vi sembrarà un peluche Trudi a confronto…